sabato 11 aprile 2009

L' ASSOCIAZIONE RUVUMA - racconti di esperienza

Ho lavorato in particolare con l’equipe di medici italiani dell'Associazione Ruvuma: Riccardo Faccini, il mitico Giorgio Giaccaglia e Anna Maria Fabbri. E’ stato un vero onore vivere a contatto con queste persone, grandissimi professionisti che divulgano, con amore al prossimo, il loro sapere. Che riconoscono e donano ad ogni uomo il diritto alla vita.
di Rosita Coccia


All’improvviso la strada si riempie di bambini. Decine di piccoli a piedi nudi. Sbucano fuori dalle porticine delle case. Dall’erba alta. Scendono giù dagli alberi e piombano davanti a noi. “Amico, rallenta…”.
Il mare di bimbi si apre al nostro passaggio. Guardano dentro, riconoscono i “visi pallidi”, e iniziano a scuotere le mani e sorridere. “CIAO, CIAO, CIAO…”. Poi arrivano gli uomini, anche loro salutano.
Le donne, sedute davanti all’uscio delle loro case, alzano lo sguardo. “Ciao!”. Increduli attraversiamo il cancello dell’ospedale. A sinistra c’è scritto “Mbweni Healt Hospital”. L’autista parcheggia all’ombra di un baobab. Scendiamo. C’è Giorgio che ci aspetta già. “Socc, ragazzi. Allora, che ve ne pare…?”.
di Davide Falcioni


La sala d’aspetto era ampia, la luce filtrava solo da due finestre in fondo che davano sul cortile interno, c’erano persone dappertutto, per lo più erano giovani donne avvolte nei teli variopinti che cercavano di calmare il pianto dei bambini, alcune di loro allattavano sedute sulle panche di legno. L’odore era lo stesso che avevo già sentito in un altro ospedale africano, era l’odore del sudore delle persone provate dai lunghi viaggi misto a quello dei disinfettanti e dell’ammoniaca.
di Daniele D'Angelo

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